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Più bestie si vedono (Aragno 2009)

Più bestie si vedono è un libro sul rapporto tra uomini, cose e animali. Roberto Barbolini, modenese nato nel 1951, è scrittore raffinato: narratore, romanziere, saggista, critico teatrale, in quest’opera del 2008 sembra riprendere il pensiero di Foucault, far coincidere le cose con le parole che le nominano. Il risultato, è una serie di brevi racconti beffardi in cui il bestiario antropomorfico si mescola con lo zoo umano. «Racconti brevi per partito preso» – li definisce lo scrittore – che sembrano vivere all’insegna di un darwinismo rovesciato, o meglio, di un doppio flusso che dall’umano conduce all’animale e viceversa. Il titolo riprende il proverbio «Più gente c’è, più bestie si vedono». Il paragone con la bestia è sempre stato il banco dell’umano, ma oggi le distinzioni si fanno più difficili: chi è la bestia e chi è l’uomo?
Chiamala veglia. Storie tra sonno e rock (Aragno 2001)
La strada fantasma (Garzanti 1991)
Beethoven 27% (Mondadori 2008)

Che c’entra Che Guevara con i capelli di Beethoven? Perché i cinesi non muoiono mai? Come mai il famoso detective Dashiell Hammett sta alle costole di Fatty Arbuckle, famigerato comico del muto? Chi smercia cocaina nel cimitero di Modena mentre un morto decisamente troppo speciale cammina per le strade della città? E ancora: tutta la verità sul vero Dracula, Sherlock Holmes indaga a Carpi, John Lennon killer a ritmo di beat. Tra metropolitane e prostitute, vescovi e scimmie, vedove vogliose e ingegneri erotomani, cercatori d’oro che trovano guai e fantasmi più vivi dei vivi, ecco sedici storie sulfuree che vanno all’arrembaggio di tutti i “generi”: dal giallo al noir, dal thriller al western, dal gotico al vampiresco. Da un autore letterario a tutto tondo, un corrosivo affondo di bisturi nella nostra beneducata mostruosità quotidiana.